mercoledì 29 giugno 2011

Dedicato ai miei "miti"

Pagina dedicata a coloro che mi hanno fatto crescere psicologiacamente e moralmente, a coloro che ritengo degni di essere considerati degni di avere una dedica nel mio blog, personaggi che hanno contribuito molto a ciò che sono diventato, che sono diventati in qualche modo parte della mia realtà.
Ciò che accomuna me e questi personaggi è sopratutto la profondissima "estraneità" che hanno verso il resto della società, delle persone e tutto ciò che ne riguarda.

Poco a poco aggiungo tutti, tutti sono allo stesso livello, l'ordine in cui li metto è del tutto casuale.



Emil Cioran

Che gran "pensatore privato"! Ovviamente uno dei miei preferiti (anzi, il mio preferito) e i cui pensieri volano sulla mia stessa medesima eguale lunghezza d'onda. Non mi è possibile in poche righe descrivere una personalità tanto....personalizzata, oltreutto su "chi era" potete leggere la pagina su Wikipedia che vi spiegherà in modo semplice e chiaro quello che evito di riscrivere qui. Da mite e dolce misantropo non aveva certo un buon riguardo verso le persone, ma a mio parere (e per come la vedo anche io) guardava semplicemente la realtà e gli uomini per quello che erano e che sono (come del resto la maggior parte dei grandi pensatori) e lo faceva con un certo senso di ironia, che io oltretutto apprezzo molto. In questo momento sto pensando a cosa scrivere riguardo a Cioran ma...non mi sembra "giusto". Premesso che come ho già detto è tra i miei personaggi preferiti e che condivido il suo pensiero, mi sembra altresì inutile spiegare (per l'appunto) il suo pensiero: a questo ci ha già pensato lui. Perciò se volete sapere cosa pensa e su cosa mi trovo d'accordo, non vi rimane che leggere qualche sua opera o qualche scritto che troverete liberamente in rete. Non mi astengo però dal citare qualche sua citazione:
No ho cambiato idea, non riesco a sceglierne una, vorrei metterle tutte...le metterei anche tutte ma non c'è spazio, quindi ecco una raccolta.



 


Kurt Cobain
Se dovessi scegliere un personaggio vivo o morto con cui passarci una giornata, sicuramente sceglierei Kurt (o forse Gesù...anzi non lo sò, uno di questo post sicuramente ma la scelta è difficilissima). Quando sentii la sua musica per la prima volta fu come un colpo di fulmine, indescrivibile. Da lì iniziò il mio amore per i Nirvana, ma sopratutto per Kurt e più lo conoscevo (studiando biografie, video, documentari, libri,..) più mi sembrava di aver trovato un altro me stesso. Quando lo guardo in faccia...sono sensazioni strane che non sò come descrivere, è come se vedessi (metaforicamente) il mio angelo custode, lo sento così vicino...Con nessun'altro ho avuto mai questo genere di sensazioni. Per me lui è stato un fratello misto a un maestro misto a un amico meraviglioso; Kurt è stato un buddha americano mancato, affogato dalla società...riusciva ad usare i veri occhi e attuare con vero spirito, come solo pochi ci riescono.




Henry David Thoreau
Un altro filosofo che, insieme a Emerson, tratta un altro dei miei temi cardini: la natura. Se da un lato c'è Cioran con la sua critica verso la società, ecco che qui invece c'è l'elogio all'alternativa a tale società e al suo stile di vita (per farla breve), ovvero il rapporto con la natura e, volendo, la vita nella e con la natura. Questo pensiero è anche accentuato dai due anni che a passato a vivere da solo nei boschi, documentati nel saggio "Walden, ovvero La vita nei boschi", un'opera sulla natura e le emozioni che ne dipendono, nonchè sulla solitudine che ha vissuto in quel periodo, veramente eccezionale. Vivere nella natura è anche il mio sogno, quindi potete immaginare (potete?). Vi riporto un pezzo di testo di "Walden" sulla solitudine, commuovo di gioia solo a leggerlo:

Tuttavia, per esperienza, ho visto che, in un oggetto naturale, anche il povero misantropo e l'uomo più malinconico possono trovare la più dolce, tenera, innocente e incoraggiante compagnia.
Non ci può essere nessuna oscura malinconia per chi vive in mezzo alla Natura e ai suoi sensi sereni. 
Non ci fu mai tempesta, per quanto violenta, che non fosse musica eolia per un orecchio sano e innocente. 
Nulla può, a buon diritto, costringere un uomo semplice e coraggioso alla volgare tristezza. 
Mentre godo dell'amicizia delle stagioni, credo che nulla possa rendermi pesante la vita. 
La pioggerella che abbevera i miei fagioli, e che oggi mi costringe in casa, non È triste e malinconica, ma È buona anche per me.
Anche se m'impedisce di zappare, È di ciò molto più salutare. 
Se dovesse continuare tanto da marcire le sementi nel terreno e distruggere le patate nelle terre basse, sarebbe sempre buona per l'erba degli altopiani e, essendo buona per l'erba, sarebbe buona anche per me. Talvolta, quando mi paragono agli altri uomini, mi pare di essere stato maggiormente favorito dagli dei, oltre ogni merito di cui sia consapevole; come se, al loro servizio, io avessi un mandato e una sicurezza che i miei simili non hanno, e fossi particolarmente guidato e protetto. 
Io non mi adulo, ma (se È possibile) sono essi ad adularmi. 
Non mi sono mai sentito solo, o minimamente oppresso da un senso di solitudine, meno che una volta, cioè poche settimane dopo che ero venuto nei boschi, quando, per un'ora, mi chiesi se la prossima vicinanza umana non fosse necessaria a una vita serena e salutare. 
Essere solo diventava qualcosa di spiacevole. 
Ma, contemporaneamente, ero consapevole che nel mio umore c'era un leggero vizio, e mi pareva di poter già prevederne la guarigione. 
Stavo sotto una pioggia leggera, in preda a tali pensieri, e all'improvviso mi resi conto della benefica e dolce compagnia della Natura, reperibile proprio nel picchiare delle gocce e in ogni altro suono e visione attorno
alla mia casa, una infinita e inesplicabile condizione d'amicizia che d'improvviso mi sorreggeva come un'atmosfera, in quanto rendeva insignificanti i vantaggi immaginari derivanti da vicinanza umana; così da allora non ci pensai più. 
Ogni più piccolo ago di pino si inturgidiva e gonfiava rendendomi partecipe di se stesso e mostrandomisi amico; tanto chiaramente ero fatto consapevole della presenza di qualcosa di affine a me stesso, persino in scene che solitamente noi chiamiamo selvagge e terrificanti, e anche del fatto che chi mi era più vicino, per
sangue e umanità, non era né una persona né un compaesano, e che io pensavo che nessun luogo potesse mai essermi ancora straniero.



Ralph Waldo Emerson
Come ho già anticipato, la filosofia di quest'uomo mi coinvolge sopratutto per il tema sulla natura, trattato nell'opera "Nature". Non da meno gli altri suoi eccellenti scritti rivolti all'evoluzione della propria persona come individui, di cui ho letto con molto piacere "Fiducia in se stessi" e che sicuramente rileggerò al più presto. Anche qui se volete saperne di più avete Wikipedia e il web dalla vostra parte e...niente, che altro dire? Tu stesso dicevi "Odio le citazioni. Dimmi ciò che sai tu....
Grazie anche a te per essere esistito e per aver messo il tuo pensiero per iscritto. Leggere le vostre righe è per me come parlare telepaticamente con il vostro spirito e più vi leggo più riesco a sentire la vostra presenza, il vostro supporto e la vostra comprensione.





Siddhārtha Gautama
Oh bhè, qui c'è una premessa da fare: non sono buddista.Ho imparato e imparo anche dal buddismo, ma non sono buddista, non voglio avere una religione ufficiale e "a taglia unica". In questo post mi limito a Gautama come persona nata, vissuta e morta e, se dio vuole, non più reincarnata. No, non credo nella reincarnazione, la considero una possibilità e come tale, per me, possibilità rimane, per ora.
All'età di 22 anni, ignaro della realtà che si presentava fuori della reggia, uscito dal palazzo reale paterno per vedere la realtà del mondo circostante, testimoniò la crudezza della vita in un modo che lo lasciò attonito. Incontrando un vecchio, un malato e un morto (altre fonti narrano di un funerale), comprese improvvisamente che la sofferenza accomuna tutta l'umanità e che le ricchezze, la cultura, l'eroismo e tutto quanto gli avevano insegnato a corte erano valori effimeri e caduchi. Capì che la sua era una prigione dorata e cominciò interiormente a rifiutare agi e ricchezze. Poco dopo essersi imbattuto in un monaco mendicante, calmo e sereno, stabilì di rinunciare alla famiglia, alla ricchezza, alla gloria ed al potere per cercare la liberazione (guarda caso si ritirò in una foresta...). All'età di 35 anni conseguì, con la meditazione, livelli sempre maggiori di consapevolezza e successivamente l'illuminazione.

Questa è la sintesi della sua vita come essere umano, ho tolto di proposito ogni riferimento al buddismo, tranne per "illuminazione" che comunque non ha un significato solamente buddista ma rappresenta uno stato psicologico di assoluta consapevolezza. Il buddismo fondamentalmente è proprio (secondo me) la migliore dottrina perchè si basa fondamentalmente sulla psicologia umana, esempio più banale è la meditazione che, anche se molti forse non lo sanno, non è qualcosa di obbligatoriamente religioso: può meditare un buddista, come un cristiano o come un ateo. Ma lasciamo da parte anche l'argomento meditazione, verrà un post per quello come per le religioni (e come interpretarle in maniera "universale"). Ciò che mi interessa in questo topic è la sua vita come uomo, in realtà lui stesso abbandonò il concetto di religione come "insieme di regole da seguire alla lettera" e decise di intraprendere il proprio cammino (avendole anche sperimentate di persona), dopo la sua morte nacque il buddismo, o meglio, il buddismo nasce dall'esempio di vita di Gautama che, detto tra noi, è molto terra-terra, pratico, psicologico.
Una cittazione sempre degna di nota:

Non credere a quel che hai sentito.
Non credere alle tradizioni solo perché si tramandano da generazioni.
Non credere a nulla di cui si parli da molto tempo.
Non credere ad affermazioni scritte solo perché provengono da un vecchio saggio.
Non credere nelle ipotesi.
Non credere nell'autorità dei maestri o degli anziani.
Ma, dopo un'attenta osservazione e analisi, se ciò concorderà con la ragione e sarà di beneficio a tutti, allora accettalo e vivi in accordo con esso.

Notare anche le somiglianze di concetti tra lui e gli altri personaggi già citati, dall'illusione della società, ai difetti dell'uomo, alla relazione con la natura e un pensiero attivo e profondo. Anche l'amico che verrà dopo non fà eccezione.




Yeshùa 

Ebbene, c'ho messo un ora a scegliere quale immagine mettere e, tra quelle che ho trovato, questa mi sembra la più appropiata per questa pagina del blog. Che immagine è?

Ed entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e comperavano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe e non permetteva che si portassero cose attraverso il tempio. Ed insegnava loro dicendo: «Non sta forse scritto: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le genti? Voi invece ne avete fatto una spelonca di ladri!».

Questa è per me una delle immagini più significative della sua storia (vista con i miei occhi ovviamente): un atto pratico e (oso dire) mosso dalla rabbia alla vista di cotanta ipocrisia, materialità e scempio. L'esasperazione nei confronti degli uomini che continuavano a vivere nelle loro illusioni e nelle loro menzogne, approfittando della gente, ingannandosi a vicenda le une con le altre per nient'altro che beni materiali. D'altronde, si dica ciò che si vuole, per me resta un uomo che voleva cambiare la società in cui viveva ed è intuibile quali siano i motivi di una persona che vorrebbe tale cambio. Non sico che odiava la gente, ma se ha passato la vita cercando di cambiarle ci sarà un motivo...oltre l'ipotetica salvezza spirituale, ma anche in questo caso non parliamo di religione. I suoi insegnamenti, a prescindere da qualsiasi cosa, sono una enorme fonte di saggezza e di insegnamenti morali (sopratutto se "universalizzati", tolti quindi ogni contesto religioso). Interessante anche la citazione:

Generazione infedele e storta, fino a quando devo stare con voi? Fino a quando vi devo sopportare?

La dice lunga... 
Non vado oltre perchè su di lui farò, come ho già detto, un post apposta appena posso. Per ora basti dire che lo considero un uomo in carne ed ossa nato da un ovulo e uno spermatozoo, vissuto nella semplicità e con la speranza di fare del mondo un posto migliore. Certamente se avesse detto che Dio non esiste lo avrebbero ucciso molto prima...non sò se mi spiego, ma ne parlerò (e premetto subito che è la mia visione personale, soggettiva, volutamente modificata per toglierla dal contesto religioso).





Timothy Treadwell

Non starò a raccontare vita, morte e miracoli di questo valoroso guerriero o "kind warrior" come si autodefiniva. A fine pagina metterò dei link per chi volesse approfondire sulla sua vita. Ma questa pagina è semplicemente dedicata a lui e a tutti coloro che riescono a vedere il vero volto della vita.
Se avesse diretto la sua passione verso altri tipi di animali...che dire, ognuno ha i suoi gusti particolari. Come anche il giovane McCandless che scielse di andare nel gelido clima dell'Alaska. O come Thoreau che visse nei boschi per due soli anni. Forse pure lo spericolato Steve Irwin e sicuramente tanti altri che purtroppo non conosco.
A noi non resta altro che ammirare ciò che ci hanno lasciato: la storia della loro vita e la loro forte passione verso il mondo naturale.
Quando si crea quel legame con la natura è possibile sentire tutta la sua forza e la sua casuale perfezione. E quando poi ci vivi dentro, è come se la vita si riempisse di significato.
Ovviamente non tutti hanno questo legame, siamo tutti molto diversi. Ma Timothy Treadwell, anche se io non ho la sua stessa personalità e sono più introverso, riesco a vederci una enorme fetta della mia mentalità e della mia visione verso la vita e il mondo.
Questo non toglie che il suo modus operandi lascia alquanto a desiderare...prima di ogni cosa, pensare alla propria vita! Questo è il mio motto e lui non l'ha fatto. Nessuno è perfetto, c'è chi si uccide col fumo, chi con le moto a 300 km/h e chi con una passione per gli orsi...tra tutte l'ultima mi sembra comunque la più sensata.



Nota: Alcuni dicono che le gesta di Timothy provocarono la morte di alcuni orsi. Queste affermazioni mi danno conferma di come il pensiero umano ragioni dal lato sbagliato della forza. Loro dicono: "Timothy avvicinando gli orsi ha fatto sì che essi si fidassero di più degli uomini" (non sò quanto sia vera questa frase dato che si contraddicono dicendo "Gli orsi sono orsi, sono imprevedibili e indomabili, non sono animali da compagnia", vabbè...).
Ora, il fatto che Timothy amasse gli orsi (e gli animali in generale) e che vivesse a stretto contatto con loro e la natura, tutto questo non ha niente di sbagliato, anzi!! Ben venga!!
Ma per molte persone questo era un comportamento sbagliato, per molte persone questo comportamento ha (suppostamente) portato gli orsi (3 o 4...) a "fidarsi" degli uomini e quindi a non scappare alla vista dei cacciatori, rimanendone così vittime. Io mi chiedo: ma come si fà ad essere così....faccie di merda? Una persona che ha vissuto a contatto con la natura, che ci ha messo l'anima e la vita per una passione 1000 volte migliore di quelle del resto dell'umanità, hanno la faccia tosta di criticarlo (per il piacere di criticare chi è meglio di loro) affermando ciò che ho riportato!
Questi critici da strapazzo sono coloro che non comprendono che, se gli orsi muoiono per colpa dei cacciatori (sopratutto di frodo), non è colpa di Timothy che li amava, è colpa dei cacciatori che gli uccidono!! Senza contare che molti animalisti e naturalisti vivono a stretto contatto con gli animali selvatici ed è ridicolo accusarli se tali animali muoiono per colpa dei cacciatori. La colpa è di chi ammazza gli animali, non di chi li ama.
È come dire "Maledette persone che amano i cani! È colpa loro se poi vengono abbandonati o trattati male da chi non li ama! Se la gente non li amasse i cani sarebbero diffidenti e non si avvicinerebbero agli esseri umani"....grazie al cazzo! È un ragionamento ridicolo.
I cacciatori diranno "Non siamo noi che uccidiamo gli orsi, sono i nostri fucili".
Un altro esempio banale: prendete il film "Instinct: Istinto primordiale", con Antonhy Hopkins, egli andò a vivere nella giungla insieme ad un gruppo di gorilla, successivamente uccisi da dei cacciatori di frodo. Di chi è la vera colpa della loro morte? Dei cacciatori di frodo o del protagonista che visse con loro?
Poi mettiamoci che gli animali si possono abituare alla presenza di un umano ma ne riconoscono il singolo odore, che un orso non diventa più confidente con tutta la razza umana solo perchè un uomo ha vissuto nelle vicinanze per 10 anni e che gli orsi, a prescindere, non hanno una grossa paura degli uomini (salve esperienze individuali passate), così come la fiducia nell'uomo non si trasmette di generazione in generazione, ecc....insomma, sarebbe meglio che questi critici stiano zitti e rompano le palle ai cacciatori, non a chi ama gli animali.




(non sono un fan della musica di sottofondo, ma non ci stà così male)


Se vuolete vedere il documentario "The Grizzly Man" lo trovate QUI e i sottotitoli QUI.
Sarebbe bello se ci fosse una raccolta SOLO con le sue centinaia di ore di riprese.



Aggiungerò altri?

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